Leseprobe

16 T17 rimaneva il grande problema dell’impronta lasciata dalla Chiesa sull’insegnamento nelle scuole elementari: per questa ragione il nuovo articolo sulla scuola, contenuto nella Costituzione federale del 1874, promuoveva anche la libertà e la tolleranza religiosa e obbligava i Cantoni a offrire un tipo di insegnamento che potesse essere frequentato da chiunque, «senza comprometterne la libertà di credo e di coscienza». Altri progressi erano stati fatti già in precedenza attraverso le leggi federali: l’Assemblea federale abrogò nel 1851 le regolamentazioni cantonali che ostacolavano il matrimonio tra sposi di confessioni diverse e, in seguito, la Costituzione federale del 1874 approvò il matrimonio civile e il diritto del divorzio. L’esclusione delle ebree e degli ebrei svizzeri da tutti i diritti qui citati rappresentava una delle maggiori debolezze della Costituzione federale del 1848. Nel Canton Argovia, dove viveva un buon terzo delle e dei 4216 ebree ed ebrei allora residenti in Svizzera, il tentativo di concedere loro pari diritti venne respinto con forza nel 1862. Il portavoce più importante del movimento di protesta antisemita Mannlisturm era anche a capo della Società piana, così chiamata in onore dell’allora papa Pio IX. I princìpi programmatici della lotta contro l’emancipazione della popolazione ebraica erano i seguenti: «Gli ebrei non possono essere nostri concittadini e connazionali. Storicamente, la Svizzera è la patria dei cristiani». Dopo aver stabilito l’uguaglianza degli ebrei argoviesi a livello politico, la Confederazione era chiamata a realizzarla a sua volta. Nel gennaio del 1866 ebbe luogo una votazione sulla prima revisione parziale della Costituzione federale. Mentre la libertà di domicilio e la parità dei diritti per gli ebrei furono accolti dalla maggioranza, la loro libertà di credo e di culto fu respinta di misura. Nella Svizzera centrale circa l’80% degli aventi diritto al voto si espressero con un «no». La libertà religiosa ebraica diventò così una questione fondamentale nel dibattito che si sarebbe prodotto in seguito sulla revisione totale della Costituzione. Un Consigliere agli Stati urano vi si oppose con una formulazione che suona straordinariamente moderna: «La Svizzera dovrebbe essere uno Stato cristiano oppure cosmopolita?». Il 19 aprile 1874 due terzi della popolazione maschile si espresse a favore di uno Stato federale secolare, con una partecipazione dell’82%. V I due principali punti controversi nella lotta per lo Stato federale erano i monasteri e l’ordine dei gesuiti. Dal punto di vista dei liberali, essi contribuivano ad aggravare la scissione confessionale del Paese. La caricatura, opera di un cattolico liberale, mostra un gesuita che infervora i fedeli. Martin Disteli, La predica del fanatico, progetto per un fazzoletto, Soletta, ca. 1834, disegno a penna e acquerello. | © Musée d’art et d’histoire, Ginevra, fotografo: André Longchamp

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